14/15 aprile 2018

IL GOLFO DEI POETI NEL LEVANTE LIGURE

(Storia, ambiente e arte nel “Golfo dei Poeti”)

Partenza da Novara, via Alcarotti/P.le Valentino, ore 6,30

(Nr. partecipanti minimo 40)

Programma di massima

Due itinerari che si sviluppano in un territorio di rara bellezza, affacciato sul “Golfo dei Poeti”, tra scogliere strapiombanti sul mare dai panorami impagabili. Luoghi amati in tutti i tempi e frequentati da illustri personaggi tra i quali, Lord Byron, Mario Soldati ed Eugenio Montale che vi hanno lungamente soggiornato. Camminare immersi in una natura mediterranea unica, tra natura, storia, arte e leggenda, Attraversare borghi e luoghi annoverati come i più belli d’Italia.

Pernottamento all’Hotel Cristallo a Tellaro, in un angolo di Paradiso. Albergo completamente rinnovato recentemente e ubicato in una delle più suggestive località del Golfo dei Poeti, vicino alla spiaggia, immerso nel verde, tra i ridenti ulivi e la vasta pineta marittima.

 

SABATO 14 APRILE

ore  6,30 –          Partenza da Novara, via Alcarotti/piazzale Valentino;

ore 10,00 –         Arrivo previsto a Tellaro.

Escursione Tellaro, Monte Murlo, Montemarcello e ritorno/Pranzo al sacco (h 4,30 Diff. T/E);

ore 17,00 –         Ritrovo in albergo e sistemazione nelle camere.

ore 19,30-          Cena di relazione e pernottamento all’Hotel Cristallo.

Menù serale (come da tradizione marinara).

DOMENICA 15 APRILE:

ore  7,15 –          Prima colazione in hotel;

ore  8,00 –          Partenza per l’escursione da Tellaro a Lerici (h 3-Difficoltà T/E)

ore 13,00 –         Pranzo facoltativo a / Pranzo al sacco;

ore 16,30 –         Partenza per Novara con arrivo previsto per le ore 20,00 circa.

 Compreso         Autobus GT, cena, pernottamento in ½ pensione ed accompagnatore-
Escluso:         pranzo di domenica e consumazioni in autogrill
L’organizzazione si riserva di apportare modifiche o aggiornamenti in ragione di eventuali indisponibilità dei percorsi

 

1° GIORNO-Escursione Tellaro Monte Marcello

Sentiero molto interessante quello che da Tellaro porta al Monte Murlo dove si trova l’Orto Botanico di Montemarcello e poi prosegue, fino ad arrivare all’abitato di Montemarcello, tra la macchia mediterranea e gli olivi lungo la costa sovrastante Tellaro e poi nell’entroterra, tra una ricca vegetazione di pini d’Aleppo, cerri e roverelle.

La quota massima da raggiungere èdi 365 m, per un tempo di percorrenza complessivo di circa 4h e 30’ (intero anello). Tutto l’itinerario misura all’incirca 10 chilometri.

Il terreno è nella prima parte costituito da un lastricato di sassi e pietre, mentre nella seconda parte dal tipico sottobosco fatto di terra molto compatta. Non di rado se percorso in silenzio alle prime ore dell’alba è possibile scorgere interi branchi di cinghiali alla ricerca di cibo nel bosco.

Dalla piazzetta centrale di Tellaro si sale a sx lungo via Matteotti (sentiero n. 3h), terminata la quale inizia il sentiero/mulattiera che in questo tratto è abbastanza ripido, con una lunga scalinata lastricata fino a superare il “piastrone” di Tellaro su una bellissima baia mozzafiato. Raggiunto l’incrocio con il sentiero n. 4 (chiuso per frane) si continua la salita sulla sx fino ad incrociare il sentiero n. 3 dove bisogna svoltare a dx in un leggero tratto pianeggiante, che ofre uno stupendo panorama. Il sentiero poi ricomincia a salire a sinistra lungo la dorsale tra rare abitazioni in pietra fino ad arrivare a Zanego dove, attraversata la strada asfaltata, si prosegue dritti in salita (sentiero 1), tra le case fino al Ristorante Pescarino. Quì si entra nel bosco per un lungo tratto in piano.

Finita la parte piana si sale a destra per un costone scosceso dilavato dall’acqua per poi svoltare a sinistra tra varie salite fino a giungere alle spalle dell’Orto Botanico di Montemarcello (m. 365), da cui si può godere di un bellissimo panorama che spazia tra le Alpi Apuane e la costa della Versilia.

Oltre l’Orto Botanico si prende la strada sterrata proveniente da sud per abbandonarla quasi subito per svoltare a sx lungo il sentiero n.1 che in modo rettilineo ci porta ai m. 210 del cimitero di Montemarcello. Qui il sentiero corre lungo il fianco sud del medesimo per poi svoltare a destra lungo una stradina in pietra che dopo un breve tratto risale sulla strada asfaltata per arrivare a Montemarcello (m. 257) (da qui eventualmente il ritorno è possibile anche in bus).

Dalla chiesa del paese si svolta a sx per una scalinata, finita la quale si attraversa la strada asfaltata per prendere un viottolo lastricato lungo le villette del paese, poi attraversata di nuovo la carreggiata dopo alcuni metri si riprende il sentiero n. 3 sulla dx che dopo un breve tratto piano torna a scendere tra le fronde di un suggestivo bosco al cui termine  si rimane sulla sx per incrociare nuovamente la strada che collega Montemarcello a Zanego. Qui si procede lungo la stessa per un centinaio di metri per poi riprendere il sentiero che torna a salire con lunghi gradoni fino a incontrare e attraversare di nuovo la strada.

Dopo un tratto in leggera salita nella boscaglia, si sbuca su di un piazzale, in corrispondenza della curva della strada asfaltata, da cui si può godere, dall’alto della scogliera a strapiombo sul mare, di un bellissimo panorama. Abbandonato il piazzale si ritorna nel boschetto sulla sx della strada per un breve tratto in discesa fino ad arrivare in località Le Figarole dove la strada torna brevemente a salire. Ritornati sul nastro stradale, lo si attraversa per immettersi, dopo un piazzale, nella stretta via a sx che ci riporta a Zanego e poi a Tellaro.

2° GIORNO-Escursione Tellaro Lerici

Questo sentiero collega due borghi marinari molto caratteristici, attraversando uliveti, boschi di cerro e prati. Tutto il percorso è caratterizzato da panorami mozzafiato sul Golfo dei Poeti.

Il sentiero parte dalla piazzetta centrale del paese lungo la scalinata di mattoni di via Matteotti e lascia presto il posto al sentiero vero e proprio (3H). Dopo 10’ di salita abbastanza ripida si raggiunge un bellissimo punto panoramico sul seno di Tellaro. Da qui si può osservare la vegetazione a gariga, tipica delle rupi marittime, con euforbia cespugliosa. Dopo 5’ si incrocia il sentiero n° 4 che condurrebbe a Punta Bianca, attualmente purtroppo chiuso per frana. Dopo altri 5’  ci si congiunge al sentiero n° 3 che, piegando a destra porta a Zanego e Montemarcello, mentre, tenendo la sinistra, ci condurrà a Lerici. Il sentiero prosegue pianeggiante lasciando intravedere tra la rigogliosa vegetazione del Promontorio del Caprione, il mare e il Golfo dei poeti con le sue isole. Dopo 20’ si attraversa l’antico villaggio agricolo-pastorale di Portesone (138m/30’), singolare per le sue case in pietra diroccate e avvolte da rampicanti. Si narra che nel 1500 la popolazione di Portesone venne decimata dalla peste e i pochi sopravvissuti si rifugiarono nella vicina Barbazzano. Il sentiero prosegue in piano, tra rigogliosi ulivi e alcuni cipressi fiancheggiando un muretto a secco sul quale crescono iris bianchi, anemoni e “latte di gallina”. Dopo circa 45’ dalla partenza si supera sulla destra una strada lastricata con alcune abitazioni e si arriva al già citato villaggio abbandonato di Barbazzano (115m/45’). Si continua sul sentiero di destra e dopo un altro quarto d’ora si arriva ai piedi della località La Serra. Oltre, dopo 5’ si giunge a un bivio su una strada asfaltata, subito sotto la statale, e si prosegue scendendo verso sinistra. Si continua tra prati e ulivi tenendo la destra a due bivi. Costeggiando un muretto si continua a destra fino ad arrivare al cancello di un’abitazione denominata “Cà della Lama”, su una strada cementata che si abbandona subito piegando a sinistra in discesa sempre seguendo le indicazioni verso Lerici. Si prosegue tra boschi di querceto tenendo la destra, dopo circa 10’ si attraversa un ponticello di legno su un torrente e si prosegue tra alcune abitazioni sino alla località San Carlo – Cala. Qui si segue a destra e dopo pochi metri si arriva a Lerici. Una scalinata in mattoni (via Andrea Doria) porta in 5’ direttamente alla piazza principale del Borgo.

Tellaro e la storia

Pittoresco borgo marinaro con i suoi terrazzi a picco sul mare e la splendida chiesa di San Giorgio.

Il nome Tellaro deriva probabilmente da “tela” o “telaio” per i commerci di tele e stoffe che erano molto fiorenti con Lucca nei primi tempi di costruzione del borgo, ad avvalorare questa tesi è anche il fatto che Tellaro viene scritto con una sola “l” nei registri antichi; o dalla parola latina “telus” ad indicare il dardo, la freccia usata per la difesa, o addirittura dall’etrusco o paleo-ligure “tular” che significa “confine del villaggio”.

Le sue origini risalgono al X secolo (si trova riferimento in un diploma di Ottone II, Imperatore del Sacro Romano Impero, risalente al 981).

Tellaro all’inizio altro non era che l’ultimo avamposto difensivo (tutto il borgo era circondato da mura ancora oggi visibili) dell’antico insediamento romano di Barbaquano, così denominato dal canale detto Capo d’Acqua che discende fino a Fiascherino, poi divenuto Barbazzano.

Nel XIII sec. Barbazzano diventa comune, e gode della protezione di Pisa, mentre Lerici sostiene le sorti di Genova.

Lerici nel 1241 viene occupato dai Pisani e nel 1256 ritorna definitivamente ai Genovesi.

Il Castello di Tellaro (detto di San Giorgio, poi divenuto chiesa) rientra nei possedimenti di Genova e nel 1400 Barbazzano, ambito per la sua produzione di olive, non più protetto, viene raso al suolo dai Saraceni.

Gli scampati si rifugiarono a Tellaro, anche a causa della peste, e qui diedero vita a quello che oggi è uno dei borghi più affascinanti d’Italia.

Si narra poi che nel 1660, favorito da una forte nebbia, tentò una sortita il pirata Galla d’Avenzano, giunto da Biserta con 6 galere per conquistare il borgo. Quella notte era di guardia sul campanile di San Giorgio un certo Marco Arzellino che si era legato alla fune della campana nel caso si fosse addormentato; il caso volle che si addormentò e cadendo fece risuonare le campane proprio nel momento dell’arrivo del pirata che quindi venne scacciato con la sua flotta.

Secondo la leggenda fu invece un gigantesco polipo a destare gli abitanti di Tellaro, aggrappandosi alle funi delle campane, fuoriuscite per il vento, facendole risuonare insistentemente, come viene riportato su di una targa all’esterno della chiesa di San Giorgio: “Saraceni mare nostrum infestantes sunt noctu profligati quod polipus aer cirris suis sacrum pulsabat”.

Lerici e la sua storia

Con il capoluogo di provincia e Porto Venere è uno dei tre comuni che si affacciano sul Golfo dei Poeti. Per molti anni, Lerici ha ospitato Lord Byron, Mary Shelley e Percy Bysshe Shelley. È uno dei borghi marinari più famosi della Liguria. Sorge al centro di una piccola insenatura naturale, denominata Seno di Lerici e dominata da un promontorio su cui spicca l’imponente castello, oggi sede museale. Quasi di fronte al borgo capoluogo, oltre la località della Venere Azzurra, si trova l’abitato di San Terenzo. Le prime tracce del borgo di Lerici nella storia risalgono all’epoca etrusca, quando con tutta probabilità fu insediato un primo loro villaggio, intorno al VII secolo a.C.[5], dopo la fondazione della futura città romana di Luni. Nel tempo la particolare posizione geografica fece di Lerici un porto naturale, prima per i Liguri[5], poi per i Romani.