Un anonimo ha detto:

“Una bella apparenza dura pochi decenni,

ma una bella personalità, dura per tutta la vita.”

Delio, la tua personalità non è finita sabato scorso ma perdura nel ricordo di quelle persone che hanno avuto la fortuna di incontrarti!

Ti ho incontrato un tardo pomeriggio del 1975 nella sede CAI di C.so  F. Cavallotti 11 ove mi ero recato per chiedere informazioni sull’associazione.

Tu stavi disquisendo con l’amico Silvio Lupo su una escursione da proporre. Probabilmente era quella al Lago Testa Rossa al di sopra del lago d’ Arpy. Il tuo approccio sereno, con quel tuo sorriso e quella simpatica cadenza della parlata ferrarese che non ti ha mai abbandonato, suscitarono in me immediata viscerale simpatia, tanto da accettare l’invito di unirmi a quell’escursione.

Ci presentammo: da allora, per te sarei, rimasto “il sartirani”. 

Durante il tragitto escursionistico mi parlasti di montagna, del Rutor, di quanto sarebbe stato auspicabile, per la sezione, realizzare una più intensa attività escursionistica che con il Carlo Zanaria stavate cercando di impostare.

Proprio Carlo ricorda la tua disponibilità verso tutti; con rinnovata riconoscenza rammenta che durante un’ escursione all’ Alpe Veglia, dove partecipavano anche i suoi giovani figli, all’ennesima richiesta “…uffa, ma quando arriviamo?”, con la discrezione che mai ti abbandonava, prendesti i due bimbi in braccio sino a raggiungere il rifugio CAI Arona.  

Poi, mi sposai e mi trasferii ad abitare in via Vespucci a ridosso della Montecatini ove prestavi il servizio come infermiere. Spesso, all’uscita dal lavoro, ci incontravamo e tu , sulla tua inabbandonabile bicicletta, mi lanciavi il tuo saluto “ciao sartirani”; se ci fermavamo a parlare, non mancavi mai di domandarmi “ quando ritorni al Gruppo Escursioni ?”.

Nel 2008 il gestore del ns. rifugio presentò le dimissioni. La tradizione della sezione imponeva la castagnata all’Alpe di Cheggio: panico! Come si fa?

Non possiamo dimenticare la normalità con la quale ti prendesti in carico, per l’ennesima volta, la gestione dell’evento e con passione, semplicità e immancabile sorriso preparasti la struttura per il fuoco, il taglio di oltre un quintale di castagne,  la loro cottura e distribuzione. Tutto da solo, che fatica! Ma tu non la desti  a vedere.

Quella della castagnata è stata una delle tue disponibilità offerta anche all’ Ass. Naz. Alpini di Novara quando per anni ti abbiamo incontrato in piazza Duomo, con il tuo cappello alpino, a distribuire castagne raccogliendo fondi da devolvere a fin di bene.

Volontariato, presenza, sorriso, lavoro e disponibilità  senza mai  voler apparire sono le lezioni di vita che ci hai regalato e ci lasci come esempio.

Nel marzo scorso, ci avevi confidato che non riuscivi a riprenderti da una serie di malesseri che esiti di esami clinici non riuscivano a individuare. Convinti di farti svagare ti coinvolgemmo in un breve sopraluogo alla nuova tappa del sentiero Novara.

Effettivamente non eri in forma; per la prima volta ci avevi sorpreso nel domandarci di poter far rientro a casa.  

Tre settimane fa, all’ ultima visita in ospedale, assai dimagrito, ci eri sembrato sollevato e con i tuoi “occhioni” che brillavano di speranza ci avevi informato che saresti stato trasferito alla struttura di Veruno per la riabilitazione.

Anche in quell’ occasione non avevi perso l’occasione per presentarci ai tuoi famigliari come “….questi sono il Carlo e il sartirani del CAI” mentre un rappresentante del Gruppo Escursioni ti consegnava un biglietto di auguri per una pronta ripresa.

Ci conosciamo da oltre 40 anni. Nell’arco del tuo sodalizio alla sezione del CAI cittadino, si sono succedute persone che sono passate come brillanti meteore spegnendosi alla fine del loro tragitto mentre tu, illuminato dalla sola tua luce di umanità, sei rimasto costantemente fedele alla vita della sezione esclusivamente per il naturale amore verso la montagna, per le escursioni e per la gente umile.

Nel ringraziarti per tutto ciò, oggi siamo qui a leggere queste righe mentre tu con la tua bicicletta e zaino ti stai recando ai piedi di quella montagna ove tutti ci ritroveremo.

Ci piace immaginare che ci accoglierai con il tuo sorriso,  in sordina, con semplicità e tanto affetto mentre ci prepari un fuoco ristoratore e con il tuo accento ferrarese ci  illustri questa riflessione di Lord Byron:

“Quassù non vivo in me,
ma divento una parte di ciò che mi attornia.
Le alte montagne sono per me un sentimento.”

Novara, 10 agosto 2015

_attilio_