PARTENZA IN AUTO ORE 7 P.le Valentino
Regione: Piemonte (Verbania)
Partenza: Passo Folungo (Archia) m. 1369
Destinazione: Monte Zeda m. 2156
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali – Alpi Lepontine–Gruppo Laurasca
Tempo complessivo: h. 3,00
Dislivello: m. 790
Difficoltà: E/EE (vetta)
Equipaggiamento: Trekking in quota
Escursione da compiersi con l’utilizzo di autovetture (Informazioni in sede)
Un´interessante montagna, una divertente ascesa, le postazioni della Linea Cadorna, “un avventuroso” avvicinamento automobilistico, tanta natura (siamo ai confini del Parco della Valgrande).
L’escursione al Monte Zeda ( 2156 mt. ) è una bella camminata lungo la storica Linea Cadorna, molto panoramica e adatta a tutti e sempre in pieno sole. Dalla vetta il panorama è fantastico: il Lago Maggiore, il Lago d’Orta, la Val Cannobina, il Gridone, ecc. Nelle giornate più terse l’occhio arriva sino all’Appennino ligure a sud e al Monviso a ovest.
Percorso
Arrivati ad Archia ( Trarego Viggiona VB ) si lascia l’ auto vicino all’ agriturismo (purtroppo non più in esercizio).
Si procede in piano sino al Passo Folungo a quota 1369 mt., poi, seguendo la strada militare, si raggiunge il ricostruito bivacco Pian Vadà a quota 1710 mt., costituito da due distinti edifici. Continuando lungo la strada militare che gradualmente va restringendosi divenendo man mano un sentiero, si arriva alla base della piramide costituente l’ultimo tratto. Alla vetta saliremo lungo la via diretta, in cresta. Tuttavia, per affrontare la salita in modo più dolce, esiste un sentiero alternativo più lungo (traccia gialla). Dopo circa quaranta minuti l’arrivo in vetta, a quota 2156, dove ci attende uno spettacolo mozzafiato. Consumato il pasto, daremo corso alla discesa seguendo la cresta, in direzione del “Pizzo Marona”, e, soprattutto, della “Cappella della Marona”. Luogo devozionale storicamente molto battuto e molto amato da tutti i frequentatori dell’alto Verbano e della Val Grande. All’interno del territorio del Parco sono rare le presenze di manufatti che rappresentano la devozione popolare, forse per la mancanza di risorse che erano necessarie alla loro realizzazione o anche per la consapevolezza della “provvisorietà” della presenza dell’uomo all’interno della Valle. È riportato che la Cappella è dedicata alla Madonna della Brascarola, (la brascarola è la padella usata per le caldarroste), ma questo non sembra avere riscontri (perlomeno nella Valle di Falmenta…). La vecchia Cappella fu distrutta dai Nazifascisti nel giugno del ’44, (e con essa anche il Crocifisso in essa custodito cui venivano attribuiti poteri miracolosi); a quel tempo essa era piena di “ex voto” ed in particolare di stampelle… Al crocifisso della Marona andavano in pellegrinaggio tutti gli anni gli abitanti delle valli limitrofe, di Falmenta, Crealla, Gurro, Socraggio, Aurano, Scareno e Intragna.