PARTENZA ORE 7 da Piazzale Valentino/Via Alcarotti
Partenza: CampoTartano m 1060
Arrivo: Campo Tartano Quota massima m. 1374
Dislivello (in saliscendi percorso completo) m. 550
Lunghezza indicativa percorso km 8 circa
Tempo complessivo per intero percorso h 4,30’
Difficoltà: T/EE
IN FUNZIONE DELLE CONDIZIONI DEI LUOGHI E DEI SENTIERI, L’ORGANIZZAZIONE SI RISERVA DI APPORTARE LE VARIAZIONI NECESSARIE ATTE AD ASSICURARE IL NECESSARIO GRADO DI SICUREZZA
Descrizione
Sentiero ad anello che nella completa estensione viene classificato EE. In alternativa è possibile effettuare l’attraversata e seguire autonomamente brevi percorsi nei dintorni della frazione Campo Tartano di categoria T.
Descrizione
Il 22 settembre 2018 è stato inaugurato a Campo Tartano il “Ponte nel Cielo”, che, con i suoi 140 metri d’altezza, è il ponte tibetano più alto d’Europa, sospeso sopra la forra terminale della Val Tartano, che ospita la diga Colombera. Il manufatto, lungo 234 metri, è stato commissionato alla ditta austriaca HTB Baugesellshaft dal Consorzio Pustaresc’ ed unisce il nucleo di Campo Tartano, poco sotto la chiesa di S. Agostino, da una quota di 1034,88 metri, al maggengo del Frasnino, sul lato opposto della valle, a 1038,77 metri. È costituito da 4 grandi funi a sostegno di un impalcato in grigliato metallico, con camminamento largo un metro costituito da 700 assi di larice dei boschi della Val Tartano.
Percorso
Dalla chiesa di S. Agostino in frazione Corna, passando alla sua sinistra e scendendo su un sentierino vero sinistra all’imbocco del Ponte nel Cielo. lo attraversiamo e saliamo al Frasnino. Superato il bivacco Frasnino ci portiamo ad un capanno. A sinistra del capanno due cartelli segnalano un bivio (m. 1060): imbocchiamo il sentiero che sale a destra (Sentiero dei Ponti, sentiero 163 per il Pustaresc’ e per il pizzo della Pruna). Dopo pochi tornanti siamo ad un bivio segnalato da cartelli e, ignorato il sentiero che scende a sinistra, restiamo sul sentiero 163 che traversa al maggengo Fopp, dato a 25 minuti. Dopo una radura, rientrati nella pecceta, riprendiamo a salire, fino al primo dei ponti del sentiero, un ponticello in legno su una ripida valletta, il Punt d’il Pelandi. Il sentiero passa poi appena sotto alcuni roccioni e dopo breve salita esce alla parte bassa di una fascia di prati. Più in alto vediamo le baite del Postareccio (Pustarèsc’, m. 1370). Rientrati nel bosco, attraversiamo l’aspro vallone della Valle del Bugno (Val dul Bögn), segnalata da un triangolo rosso dell’Alta Via della Val Tartano. Siamo quindi ad un bivio non segnalato e seguiamo il sentiero di destra, che sale raggiungendo una radura. Poco sotto, una baita solitaria e ristrutturata. Ad un nuovo bivio ignoriamo il sentierino che sale a destra e proseguiamo sul più marcato sentiero che va in piano (segnavia bianco-rosso). In breve usciamo ai prati delle Foppe (Fopp, m. 1368). Passiamo in mezzo alle baite, con una bandiera italiana, e sul limite dei prati proseguiamo sul sentiero (segnavia bianco-rosso su un sasso), che passa a sinistra di un casello dirupato e giunge subito ad un bivio, con cartelli escursionistici. Qui siamo ad un bivio al quale il sentiero 163 si biforca. Ignorato il ramo di destra, che sale alla Corte in un’ora ed al pizzo della Pruna in un’ora e mezza, imbocchiamo il sentiero che scende a sinistra, raggiungendo in 45 minuti la Corna, in un’ora il Ponte della Corna ed in un’ora e 15 minuti la strada provinciale (i tempi sono un po’ sovrastimati). Dopo pochi tornanti in pecceta, passiamo a sinistra di alcune baite ormai assediate dalla boscaglia. Seguiamo con attenzione i segnavia bianco-rossi, per evitare sentieri secondari. Per un tratto il sentiero sembra piegare decisamente a sinistra, tornando verso Campo Tartano, poi volge a destra e propone una serie di tornanti nella pecceta. Passiamo poi a monte di un ampio prato con una baita ed un rudere di baita. Poco oltre siamo alla località della Corna (Barciòk), dove una bella sorgente viene incanalata in un tronco scavato. Scendendo ancora passiamo appena a sinistra della medesima baita. Il sentiero si fa più ripido, anche se la sua sede è sempre larga. Rientrati nel bosco traversiamo a destra, e troviamo il primo tratto esposto protetto da un corrimano. Prestiamo attenzione perché data la natura dei luoghi i sassi che lastricano il sentiero sono assai scivolosi. Scendiamo per un buon tratto diritti, poi ad un nuovo tratto con corrimano il sentiero volge a sinistra. Alla fine siamo al Ponte della Corna (m. 1030), in legno, sostenuto da spesse funi in acciaio. Sul lato opposto del ponte il sentiero riparte, salendo però ora con pendenza assai meno ripida in un bosco meno orrido. Saliamo per breve tratto a destra, poi traversiamo a sinistra. Ignorati un sentiero che ci lascia sulla sinistra, proseguiamo diritti fino a raggiungere la strada provinciale 11 della Val Tartano. Seguiamo la carrozzabile che ci riporta a Campo Tartano. In breve siamo all’imponente ponte di Vicima, sulla valle omonima. Proseguiamo sulla carrozzabile, che passa a lato di un’azienda a gricola ed a valle della frazione Cosaggio, alla quale sale una stradina. Poco oltre passiamo a destra delle belle baite della contrada Furfulera, che precede il quinto ed ultimo ponte dell’anello, il Punt de la Pisaferia. Proseguendo sulla strada torniamo infine a Campo Tartano. Variante: a Cosaggio imbocchiamo la stradina che sale alle case e prosegue portandosi alle case di Ronco. Qui termina ad uno slargo lasciando il posto all’antica mulattiera di valle che percorriamo procedendo diritti in leggera discesa. La mulattiera scende gradualmente portandosi appena sopra la strada provinciale. Ignorate due deviazioni a sinistra ed una a destra, raggiungiamo due ponticelli oltrepassati i quali ci immettiamo su una pista agro-silvo-pastorale che, percorsa in discesa, ci porta alla strada provinciale poco prima di Campo Tartano.