AVVISO

Per ragioni connesse con l’attuale precarietà dei collegamenti con la Liguria che dilatano smisuratamente i tempi di percorrenza delle autostrade per interruzioni, restringimenti e scambi di carreggiata, riteniamo opportuno sostituire l’escursione prevista per il giorno 16 febbraio sui versanti di Varazze con un inedito itinerario nel Parco Naturale Regionale Lombardi di “Spina Verde”, in Provincia di Como.

 

PARTENZA ORE 8 P.le Valentino

Partenza:                             S. Fermo della Battaglia   (m. 354)

Destinazione:              Giro ad anello Parco Spina verde

Quota massima           m. 530

Tempo complessivo:  h. 4,00

Dislivello:                     m. 490 in saliscendi

Difficoltà:                    E

Equipaggiamento:      Trekking

 

Descrizione del sito

Il Parco Regionale Spina Verde con i suoi mille ettari di superficie tutelata rappresenta una piccola realtà caratterizzata da vari siti di grande valore storico-archeologico e naturalistico. Si estende sulla fascia collinare di Como, insinuandosi come un “spina” da est verso ovest. Dalla pianura Comasca si innalza fino al Sasso di Cavallasca (620 m) suoi territori di Como, San Fermo della Battaglia e Colverde. Il Parco è facilmente raggiungibile a piedi, in bicicletta in macchina; la rete dei sentieri si sviluppa tra straordinari punti panoramici e di interesse naturalistico, siti di importanza archeologica, medievale e punti di ristoro. Il Parco Spina Verde nel maggio 2006 è stato riconosciuto, per le proprie caratteristiche di naturalità e di polmone verde di Como e dei comuni di cintura, come Parco Naturale con legge regionale 10/2006. Il territorio offre molteplici attrattive: in primo luogo la natura, che presenta aspetti geologici e botanici peculiari, l’archeologia, per via dei resti della Como protostorica e la storia, con importanti tracce storiche del comasco, in particolare il castello del Baradello e la linea Cadorna. Rimarchevole anche il valore paesaggistico ed escursionistico dell’area del parco, che offre eccezionali scorci panoramici sulla pianura lombarda, le Prealpi, e il Lago di Como.

Anche i numerosi luoghi di culto, dagli edifici religiosi di pregevole valore storico e architettonico ai siti riconducibili ad antichi culti, ai santuari, ai luoghi di manifestazioni tradizionali, identificano la Spina Verde come sede privilegiata per lo studio dell’evoluzione della cultura religiosa.

 

Itinerario di visita e trekking

Percorso con caratteristiche di particolare interesse paesaggistico, storico e culturale, a ridosso della città di Como di cui potremo godere scorci panoramici di grande interesse. Il sentiero ci consentirà di passare da siti protostorici di trai quali l’insediamento di “Pianvalle”. Si tratta dei resti di un abitato riconducibile alla cultura di Golasecca, rinvenuti durante diverse campagne di scavo, e a popolazioni protoceltiche. I reperti sono databili al IX secolo a.C. (tarda età del Bronzo). Secondo gli esperti si tratta di uno dei primissimi nuclei urbani stabili di Como, spostati poi nella piana tra le attuali Breccia e Montano Lucino, teoria confermata dai molti ritrovamenti fatti proprio in quella zona. Altro sito di notevole interesse posto a poca distanza dall’abitato di Pianvalle è la “Fonte della Mojenca”. Si tratta di una breve grotta artificiale realizzata a partire tra il X ed il V secolo a.C. in tre fasi successive e destinata a riti e culti probabilmente druidici; si è preservata intatta, fatto di per sé già molto raro per un manufatto tanto antico. All’estremità del condotto, lungo 10 mt circa, vi è una sorgente naturale oggi quasi estinta (sgorga acqua solo in caso di piogge abbondanti) oggetto di culti legati alle acque, come appare anche dal bacino artificiale antistante l’ingresso della galleria, accuratamente realizzato, situato in un suggestivo anfiteatro naturale. La grotta della Mojenca è stata realizzata dai suoi antichi costruttori in modo che al solstizio d’inverno, il 21 dicembre, il sole entri direttamente nel condotto ed illumini la fonte di roccia viva, anche questo un elemento riconducibile ai culti solari che rende la Fonte della Mojenca una preziosissima testimonianza protostorica.

Per quanto attiene alla storia più recente avremo modo di vedere uno dei simboli di ciò che rimane del “Castello di Baradello”, simbolo di Como. Il castello sorge sulle falde orientali della dorsale collinare di Como ed era parte di un sistema di fortificazioni medievali che dal dosso Baradello scendeva nell’attuale Camerlata, per risalire sul prospiciente Monte Goi. Costruito nel XII secolo per ordine di Federico Barbarossa, su resti di preesistenti edifici romani e longobardi, presenta una torre ben conservata (visitabile), resti di mura ed edifici perimetrali e tracce di una muraglia che cingeva tutto il pendio della collina, del Baradello fino a Camerlata. Demolito con le sue mura nel 1526 dagli Spagnoli, eccetto la torre.

Inoltre il Monte Sasso di Cavallasca ed il Monte Olimpino, nella zone ovest del parco (comune di San Fermo d. B.) presentano numerose opere militari difensive realizzate tra il 1917 ed il 1918 per volere del generale Luigi Cadorna, che volle fortificare tutto il confine italo-svizzero nel timore di un’invasione germanica attraverso la Svizzera; trincee, gallerie sotterranee, postazioni in casamatta su cui spicca il fortino di Monte Sasso, sono tuttora in buone condizioni e collegati da una strada militare ancora efficiente.

All’estremità est del parco, in località Valbasca, è tuttora presente una polveriera militare realizzata nel 1940 per stoccare munizioni in un luogo sicuro fuori dal centro abitato di Como, tra due dorsali naturali che fornivano ottima protezione in caso di esplosioni accidentali. È oggi fatiscente ma conserva un certo fascino sui visitatori in quanto il complesso di garitte e casematte, tipico esempio di architettura militare del tempo, è visibile dal sentiero ed è in un contesto naturalistico suggestivo. La polveriera è stata l’oggetto, nel 1941, dell’unico bombardamento aereo subito da Como, quando un apparecchio inglese vi sganciò alcune bombe che non produssero danni.

Completerà l’itinerario la visita di alcuni edifici religiosi tra i quali:

La Basilica di S. Carpòforo (comune di Como)

probabilmente la più antica chiesa di Como, secondo una diffusa versione costruita nel IV secolo da S. Felice, primo vescovo cristiano di Como, su un preesistente tempio pagano. Le spoglie del santo vennero sepolte nella suggestiva cripta, poi traslate ma ne rimane il sarcofago. Edificio a pianta singolare, con facciata contro la parete della collina e ingresso laterale, probabilmente a causa della preesistente struttura romana, o per antiche frane.

La Basilica di S. Abbondio (comune di Como)

Gioiello del romanico lombardo; la facciata è decorata da pregevoli fregi, opera dei celebri Maestri Comacini. Superbo esempio di romanico lombardo, fu costruita dai monaci benedettini sui resti di una basilica paleocristiana e consacrata nel 1095. Presenta splendide decorazioni esterne, opera dei Maestri Comacini, e un pregevole ciclo pittorico nell’abside.

La Chiesa di S. Rocco o “dei Pittori” (comune di S. Fermo d. B.)

La chiesa, costruita nel 1857 su un lazzaretto, ha la interessante caratteristica di essere stata decorata nel 1978 da ben 14 diversi artisti convocati appositamente, che realizzarono un ciclo di affreschi della Passione.