• PARTENZA ORE 7,30 P.le Valentino
  • Partenza: Suna (m.s.l. 197)
  • Destinazione: Cossogno (m.s.l. 380)
  • Tempo totale: h. 5,30
  • Dislivello: m. 220 in saliscendi
  • Difficoltà: T-E
  • Equipaggiamento: Trekking
  • Proposta: G.E.-Boris Cerovac

Descrizione

del sito ed itinerario del giorno Partenza, ore 9,00 circa, da Suna con oggetto un lungo percorso nell’entroterra Verbanese denominato “I sette Campanili”; si snoda lungo le antiche mulattiere di collegamento tra i nuclei abitati, nell’ordine, di Cavandone (fraz. di Verbania), Bieno e Rovegro (fraz. di S. Bernardino Verbano), Cossogno, Unchio, Trobaso e Renco (frazioni di Verbania) Prima di prendere il sentiero vero e proprio, attraversiamo in tutta la sua larghezza la frazione partendo dal lungolago in corrispondenza del 1° campanile, entro una cornice molto suggestiva di vecchie tipiche case. Superata Suna prendiamo il sentiero sulle falde occidentali del Monterosso dove intravvediamo alla nostra sinistra lo splendido Golfo Borromeo. Dopo breve tempo passiamo nelle vicinanze della “Torraccia”, torre medioevale trasformata in abitazione; anticamente serviva come torre di avvistamento per gli antichi feudatari Borromeo. Seguitiamo su comodo sentiero e ci fermiamo alla chiesa del Buon Rimedio, un antico romitorio, ubicato su un vasto piazzale panoramico e ancora oggi meta della devozione delle genti locali. Ci portiamo avanti per il bel paese di Cavandone, un aggregato edilizio a carattere rustico montano, recentemente restaurato a cura dei privati proprietari. Transitiamo sotto la chiesa parrocchiale di Cavandone (2° campanile), dedicata alla natività di Maria, dove si innalza, in bella posizione panoramica antistante la Basilica, un famoso Tasso plurisecolare (pianta alta 15 m. e con una circonferenza di ca. 3,6 m.). Giunti a Cavandone scolliniamo per un sentiero comodo e sicuro e ci dirigiamo verso Bieno (3° campanile), un antico centro medioevale ubicato a mezza costa ed esposto a mezzogiorno tra il Monterosso e la Val Grande. Avanziamo sul crinale che separa la Val Grande dalla piana del Toce per raggiungere il Santuario della Madonna di Santino o del Patrocinio della B.V. Maria. Da quì riprendiamo il sentiero per Rovegro (4° campanile). Riprendiamo il cammino per Cossogno. Attraversiamo le belle viuzze di Rovegro, rifatte con ciottoli di fiume e lastre di pietra al centro, in direzione del “Ponte Romano”, unico sentiero che conduce a Cossogno. Detto ponte è costituito da arcata in pietra. Risale al 18° secolo ed è posto nella parte più stretta della valle che segna il confine tra i due borghi. Il nome “romano” deriva dalla consuetudine locale, stante il fascino ardito che esprime e la tecnica costruttiva surrogata dalla ingegneria degli eserciti romani. Giunti sul ponte, dopo aver rivolto lo sguardo verso l’impressionante orrido sottostante, ci avviamo verso Cossogno. Ad accoglierci presso il Circolo operaio di questo caratteristico paese ci attende il Sindaco, dott.ssa Silvia Marchionini, unitamente ad amici del Circolo. Troviamo inoltre, imbanditi e ben ordinati, i tavoli per tutto il gruppo. Ringraziamo il Sindaco, l’intera amministrazione e gli amici del Circolo per l’accoglienza e, dopo un ottimo pasto, riprendiamo il cammino verso il Motto di Unchio, attraversando Cossogno ( 5° campanile). Al Motto di Unchio troviamo un piccolo Oratorio dedicato alla Madonna del Monte, chiamato anticamente Madonna della Croce. Scendiamo lungo la mulattiera della Via Crucis, le cui cappelle versano in grave stato di abbandono con gli affreschi in gran parte scomparsi e giungiamo, in breve tempo, a Unchio (6° campanile), sobborgo ubicato a mezza costa sulle pendici del Mottone. Prosseguendo verso il Ponte di Santino e, lungo il sentiero che costeggia il fiume San Bernardino, giungeremo a Renco (7° campanile). Successivamente, per via asfaltata, raggiungeremo nuovamente Suna dopo circa ore 5,5 di cammino e dopo aver percorso ben 17 chilometri e mezzo. Lungo il rientro a Suna, passeremo accanto ad una vera meraviglia: la Basilica rinascimentale, edificata su preesistente chiesa romanica (Sancta Maria de Egro), di Madonna di campagna, vero gioiello architettonico arricchito internamente da affreschi di ottima fattura e di grande valore.